Come si cura il dolore cronico?

 

Il dolore cronico, in particolare quello neuropatico, è un dolore difficile da trattare. Le terapie disponibili sono quelle farmacologiche e non-farmacologiche


Il dolore cronico è un fenomeno molto complesso e altrettanto complessa è la sua gestione terapeutica, soprattutto se si tratta di un dolore neuropatico. Trovarsi di fronte ad un dolore cronico è sempre una grossa sfida per il medico che deve scegliere la terapia più efficace e sicura per ciascun paziente, soprattutto se si tratta di un caso con un dolore cronico già trattato con diverse opzioni che non hanno dato risultati soddisfacenti in termini di sollievo.

Il trattamento in prima battuta del dolore cronico è la terapia con farmaci, spesso abbinata ad altri trattamenti non invasivi, come le terapie fisiche (con ultrasuoni, laserterapia, magnetoterapia), le tecniche di meditazione e rilassamento e quelle psicologiche.

I tipi di farmaci più comunemente utilizzati per il dolore cronico sono i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), il paracetamolo, gli oppiacei, gli antidepressivi e i miorilassanti (farmaci che rilassano la muscolatura contratta). Queste terapie farmacologiche riescono a dare sollievo soprattutto nel caso del dolore nocicettivo, ossia il dolore da osteoartrosi e alla schiena (lombalgia) e i dolori muscolari, mentre in caso di dolore neuropatico i loro benefici sono piuttosto limitati o comunque non così frequenti.

L’inefficacia della terapia farmacologica nel trattamento del dolore neuropatico cronico è un problema serio; basti pensare che il 60-70% dei pazienti con questo tipo di dolore non riesce ad ottenere un efficace sollievo sintomatico con i farmaci comunemente prescritti e continua quindi a soffrire di un dolore d’intensità moderata o grave e con una qualità di vita notevolmente compromessa. Un’indagine condotta in 16 Paesi europei – tra cui l’Italia – ha dimostrato inoltre che una percentuale di persone con dolore cronico persistente o ricorrente (non solo di tipo neuropatico) variabile tra il 27% e il 61% dichiarava che il trattamento del dolore in corso non era soddisfacente.

Strettamente legato ai FANS e agli oppiacei vi è anche il problema della tollerabilità, spesso perché i pazienti sono costretti ad assumere dosi sempre più elevate per cercare di ottenere un sollievo accettabile dal dolore.

I FANS si associano a una gamma di effetti collaterali potenzialmente gravi e di rischi per la salute: il loro uso intensivo può provocare danni all’apparato gastroenterico, come ulcera gastrica a sanguinamenti; per quanto riguarda gli oppiacei, l’aumento della loro prescrizione ha mostrato di associarsi a un apprezzabile aumento del rischio di mortalità legato ai sovradosaggi, come documentato dagli oltre 16.000 decessi all’anno.

Se i trattamenti farmacologici, singoli o in combinazione, falliscono o si dimostrano inefficaci, si rende necessario ricorrere alle terapie cosiddette “interventistiche”, come la neurostimolazione midollare (SCS).

La disponibilità della SCS rende possibile offrire un trattamento efficace e sicuro a quei casi con dolore cronico particolarmente difficile, quale quello neuropatico, che è refrattario alle terapie farmacologiche e non-farmacologiche di routine è una preziosa arma terapeutica con cui curare un dolore cronico particolarmente difficile, quale è il dolore neuropatico, mostrandosi quindi un’importante opzione per questo tipo di dolore particolarmente difficile da curare.

Fonti

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